Come farsi capire dal medico e come non capire il medico
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La terminologia delle ricette e delle cartelle cliniche "inganna" i pazienti.

Quante volte siamo andati dal medico e questi ci ha prescritto un antiinfiammatorio? Tante volte, eppure sul "bugiardino" c'è scritto che questo è un FANS, ossia un acido organico debole antiinfiammatorio, analgesico, antipiretico, non steroideo.
Già perchè ci sono anche i farmaci steroidei che hanno la proprietà di essere gastrolesivi, per cui occorre un gastro-protettore.

A proposito di quest'ultimo farmaco, venne una paziente che aveva bisogno del "protettore".

"E perchè hai bisogno del protettore?" Risposi con un po d'imbarazzo, cercando di capire cosa veramente volesse, anche perchè la ragazza, sebbene non colta, era di sani principi. "Ne ho necessità, perchè mi brucia lo stomaco!" Rispose la ragazza. Così le prescrissi il gastro-protettore, informandola ed "educandola" ad una corretta terminologia.

Altre frasi come:
Stamane ho sgonocchiato, frase detta in dialetto foggiano che riassume il concetto del cedimento del ginocchio che ha provovato la perdita dell'equilibrio con relativa caduta.

O ancora:
Ho l'accesso al dente, non sapendo che l'accumulo di pus è definito ascesso; oppure "mi si sono accavallati i nervi", ed in realtà è una contrattura muscolare.

Di aneddoti ce ne sono tanti ed a volte capire i pazienti che descrivono i loro sintomi non è facile soprattutto quando la cultura è medio-bassa.
Ma la colpa non è sempre dei pazienti. Anche i medici hanno le loro colpe. Farsi capire non è facile, spiegare la patologia di cui soffre una persona e la relativa terapia farmacologica non è altrettanto facile da spiegare e altrettanto da capire da parte del paziente.

Il paziente va dal medico perchè gli brucia lo stomaco, il professionista lo visita e riferisce: lei soffre di pirosi gastrica e dispepsia. Traduzione: soffre di bruciore di stomaco e digerisce male. In verità il paziente ha detto le stesse cose al medico solo che questi ha poi ripetuto con parole "difficili" al paziente che se ne va soddisfatto perchè "il medico è proprio bravo".

Anche la terminologia "lesioni ripetitive", hanno lo stesso significato per dire metastasi, termine che alcuni pazienti non accettano; noxa patogena, ovvero causa iniziale della patologia, parole che facilitano la comunicazione tra medico e medico, ma certo inibiscono quella tra paziente e medico.

La grafia illegibile riflette ed amplifica l'incomprensibilità dei loro scritti e rappresenta una protezione del loro sapere.
Così non sapendo cosa in realtà ha scritto il medico, andiamo in farmacia ad acquistare il farmaco.

Finalmente leggiamo il "bugiardino". Sul foglietto illustrativo ci sono tutti i sintomi perchè il farmaco possa essere utilizzato, ma anche una serie di effetti collaterali, controindicazioni che in alcuni casi possono provocare anche il decesso.
Mamma mia! Cosa mi ha prescritto il dottore? Forse è meglio non prendere questa medicina!

Il medico deve uscire dal suo tecnicismo, il suo linguaggio deve essere semplice e chiaro, deve rientrare nel campo delle interazioni umane, deve far sentire al paziente di essere una persona che abita nel suo corpo.

Così sarà più facile capire la differenza che c'è tra un farmaco steroideo ed un FANS.

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