La squadra di Delio Rossi illude e poi crolla. Pesanti contestazioni per tutti. Lotito lascia la tribuna accompagnato dai cori ostili
I laziali della mia generazione ne hanno viste tante, ma la stagione che sta per chiudersi rappresenta l'ennesimo, deludente tassello. Una squadra che, tra campionato, Champions League e Coppa Italia ha giocato solo due o tre partite degne di nota.
Per il resto solo tanto piattume, anonimato totale. Eppure la Lazio era partita con ben altre aspettative. Aveva illuso il piazzamento dello scorso campionato, ma molti si sono dimenticati che si è trattato di un torneo anomalo, se non irregolare. L'avventura Champions si è rivelata fallimentare ed ha provocato pesanti ripercussioni sul Campionato. Perché la Lazio non aveva effettuato il mercato estivo, nell'illusione che la rosa presentata ai nastri di partenza fosse sufficiente a garantire la competitività su tutti i fronti.
Gli arrivi di gennaio hanno dato un minimo di vitalità alla squadra di Rossi, ma è stata solo un'illusione, l'ennesima, di questa disgraziatissima annata.
Ora tutti sono in discussione, perché ogni componente della società ha le sue, pesantissime, colpe.
Lotito: il Presidente-Padrone ha gestito il calcio mercato estivo in maniera fallimentare, condannando la squadra ad un inizio di stagione amaro. Una volta per tutte deve capire che le nozze con i fichi secchi non si possono fare. Non si possono tenere in squadra i pochissimi campioni che ci sono con stipendi da call-center.
Rossi: la preparazione è stata completamente sbagliata. I giocatori ne hanno risentito fisicamente, dando vita ad una serie di infortuni che nemmeno squadre con rose ben più ampie avrebbero potuto sopportare. Non ha saputo motivare la squadra e prenderla per mano nei momenti topici. Il nervosismo degli ultimi mesi ed i continui battibecchi con il Presidente sono sintomatici di un'assenza totale di feeling con la Società.
I giocatori: abulici, con poca voglia di onorare gli impegni. Pochi gli sprazzi da grande squadra: la partita con il Real Madrid, il derby di ritorno ed il match di campionato all'Olimpico contro l'Inter, quando i media romani(sti) ipotizzavano combine con la squadra di Mancini al fine di accomodare la semifinale di Coppa Italia. Un po' poco per onorare una maglia carica di storia e di significato.
Sfortuna e torti arbitrali: troppo spesso i legni delle porte avversarie hanno tremato inutilmente. La Lazio ha il record di espulsioni, ma non sempre si sono rivelate corrette. Due pesi e due misure che, un'altra gestione societaria, avrebbe potuto correggere facendo la voce grossa, nei modi e nei tempi consentiti, con il Palazzo.
La Lazio ha bisogno di essere rifondata. Non ha più senso seguire la strada del "costruisco la squadra se ci sono competizioni prestigiose". Le squadre si fanno PER andare nelle competizioni prestigiose.
Infine una parola per i tifosi. Hanno sempre risposto "Presente" ed hanno sempre incitato la squadra, ultimi ad arrendersi anche davanti all'evidenza.
Unica, abbondantissima sufficienza, in una stagione da elettroencefalogramma piatto.