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Uno dei più grandi poli energetici d'Europa si trova in Italia, nel nord-ovest del Lazio. Qui, nella zona di Civitavecchia, sono attive la centrale termoelettrica dell'Enel di Torre Valdaliga nord (1980 Megawatt di potenza grazie alla combustione di metano e carbone) e la centrale di Torre Valdaliga sud, impianto a ciclo combinato della Tirreno Power che produce una potenza di 1500 MW.

montalto-di-castro-centrale-fotovoltaicaMeno di 30 km più a nord, a Montalto di Castro, si trova poi la più importante centrale a policombustibile d'Italia, da 3600 MW: progettata inizialmente come centrale nucleare, durante la sua realizzazione fu convertita in centrale termoelettrica per il sopraggiunto “no” degli italiani al nucleare con il referendum del 1987.

Questa zona costiera dell'alto Lazio a suo tempo era stata indicata come ideale per la realizzazione di un impianto nucleare poiché secondo le mappe del Cnen (ora Enea, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile) rispondeva bene a tutti i criteri di localizzazione.
Ragioni logistiche e di sicurezza impongono che le centrali nucleari vengano realizzate in aree a bassa densità di popolazione, a basso rischio sismico e idrogeologico, in territori pianeggianti e ricchi di acque, ma non a rischio di inondazioni; insieme a Montalto di Castro gli altri (pochi) luoghi che corrispondono a questa descrizione si trovano in ristrette aree di Veneto e Friuli, Piemonte, Sardegna, Sicilia, nel sud del Lazio, in Campania, in Puglia.

Ed in effetti è con queste regioni che il Governo dovrà dimostrarsi più convincente e abile quando si tratterà di identificare i siti per la costruzione delle 4 centrali nucleari a tecnologia EPR che dovrebbero entrare in funzione tra 10-13 anni. Inoltre negli anni sono emersi nuovi elementi discriminanti per la localizzazione delle centrali, in primis l'innalzamento del livello del mare e il conseguente maggior rischio di inondazioni in alcune zone costiere - va ricordato che una centrale nucleare moderna ha una vita di almeno 50 anni.
Da questo punto di vista un sito come Montalto viene da molti ritenuto inadatto, così come sarebbe inadatto, secondo alcuni, anche per la sua relativa vicinanza a Roma, che renderebbe la centrale nucleare un possibile e pericoloso obiettivo terroristico.

Il territorio di Montalto di Castro tuttavia gode anche di un microclima caratterizzato da poche piogge e grande irraggiamento solare, molto favorevole quindi allo sviluppo del fotovoltaico e del solare termico.
E così, anche per una vocazione energetica del territorio vista la sua posizione tutto sommato centrale per la rete infrastrutturale italiana (o forse più semplicemente per la volontà della popolazione locale di scongiurare il ritorno al nucleare), la comunità di Montalto negli ultimi anni si è distinta per vivacità e intraprendenza nel campo delle energie rinnovabili, raggiungendo ora un primo grande traguardo: installata nel suo territorio, dal 30 novembre scorso è allacciata alla rete elettrica nazionale la più grande centrale fotovoltaica italiana, con una potenza di 24 Megawatt, che dovrebbero diventare 85 entro la fine di quest'anno, facendo di quello di Montalto il più grande impianto fotovoltaico d'Europa.

Realizzato dalla Sunpower e dalla Sunray, in collaborazione con la Regione Lazio e con Terna, il parco solare si avvale di pannelli di ultima generazione, ovvero inseguitori solari che si muovono seguendo il sole e immagazzinando così fino al 25% in più di energia rispetto ai pannelli tradizionali ad inclinazione fissa.
Essi sono stati intelligentemente collocati sotto i cavi del maxi-elettrodotto che porta l'energia dalla centrale termoelettrica verso la capitale, ovvero su ettari di terreno altrimenti inutilizzabili dato l'elevato elettro-magnetismo. Oltre all'ampliamento della centrale, è ora intenzione delle imprese e degli enti locali coinvolti fare di Montalto un polo non solo per la produzione di energia ma anche per la ricerca e la formazione nel campo delle rinnovabili.

E quindi quest'angolo del Lazio, dove tra l'altro la massiccia presenza di impianti e ciminiere rende i cittadini estremamente sensibili ai problemi dell'inquinamento atmosferico, rappresenta fedelmente lo stato dell'arte del dibattito su quale possa essere il mix energetico più affidabile ed efficiente per permettere all'Italia sia di affrancarsi dalla sua storica dipendenza energetica, sia di implementare quanto deciso in sede europea riguardo alla riduzione delle emissioni.

Meno combustibili fossili e più energia verde...o nucleare? O entrambi?

Alessandro Valentini

 

 

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