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Usura bancaria, non si tratta di un nuovo reato, semmai di un reato che solo adesso comincia a riempire le pagine di cronaca ed a interessare i media.


Non solo racket consumato per mano di clan mafiosi o camorristici, si parla di dirigenti di banca, di direttori di banche. Questa è la volta della banca Bojano.

I due direttori, della banca Bojano avrebbero «danneggiato» un cliente, costretto a restituire del denaro con tassi elevatissimi. Ieri il rinvio a giudizio per i due dirigenti. La decisione, dopo una breve camera di consiglio, è stata presa dal Giudice per l'udienza preliminare Teresina Pepe. Un processo che sicuramente, data anche la delicatezza, ma anche la novità, della materia, sarà molto tecnico e durante il quale saranno, con tutta probabilità, ascoltati diversi periti. Ad essere finita nel mirino della Procura è stata dunque la filiale di una banca di Bojano. Il correntista infatti ha inviato un esposto alla Procura della Repubblica di Campobasso.

E ai piani alti del Tribunale hanno deciso di fare luce sulla vicenda. Il periodo in cui si sarebbe consumato il reato parte dal 2005, fino all'anno scorso.
Gli imputati sono i due direttori che si sono succeduti alla guida della banca in questo periodo. Il primo è stato direttore dell'istituto dal 2004 a novembre 2006. Il secondo, subentrato dunque quasi quattro anni fa è tutt'ora direttore presso l'istituto bancario bojanese. I due, nel tempo, stando alle accuse «si facevano dare dal cliente della banca, come corrispettivo di prestazioni di denaro ed altre utilità, in relazione al conto corrente acceso dall'interessato presso la detta filiale bancaria in data 14 giugno 2005, interessi usurai in quanto superiori al tasso soglia fissato per legge».

Per verificare le presunte anomalie registrate nel conto del cliente che ha mandato l'esposto in Procura gli inquirenti hanno fatto ricorso alla determinazione del valore del Tasso Effettivo Globale (T.E.G.) applicato al conto corrente del bojanese. Negli ultimi anni la banca avrebbe applicato interessi che arrivavano anche al 95,95%.
Per usura bancaria si intende anche quando, per una somma di denaro concessa in prestito, viene richiesta la restituzione del denaro iniziale più una quantità ulteriore di denaro derivante dal calcolo dell'interesse maturato per quel prestito. Molte volte, difatti, l'usura può derivare dalla capitalizzazione degli interessi anatocistici.
Per determinare se su un conto corrente o su un mutuo viene applicata l'usura è necessario analizzare l'intero rapporto di conto corrente al fine di determinare il TEG (Tasso effettivo globale) applicato. Se il TEG determinato supera il TEG soglia usura pubblicato sulla gazzetta ufficiale, allora si può affermare senza dubbio che sul conto corrente in esame viene applicata usura.

Siete tutti invitati a controllare il vostro prestito onde capire se siete anche voi vittime di usura. Il caso Antonveneta: 16 persone, tra dirigenti e funzionari sono stati raggiunti da avviso di garanzia per aver superato i tassi di soglia fissati dai Dm, attraverso l’applicazione di commissioni, remunerazioni e spese che devono essere comprese nel TAEG e per aver aggirato l’art 644 c.p. Si aggiunge anche la strumentale applicazione della circolare di Banca d’Italia preposta unicamente alla rilevazione dei dati. Il tutto con l’aggravante di aver agito nell’ambito dell’attività bancaria, in danno di chi si trovava in stato di bisogno ed in danno a chi svolgeva un’attività imprenditoriale.
“Oggi si respira forse una nuova aria nel rapporto tra cliente e banca, e ciò è dovuto principalmente all’intervento della magistratura che sta cercando di rimettere le cose nel giusto alveo, e non certo per merito della Banca d’Italia a cui spetta l’obbligo del controllo del mercato creditizio. Buona parte di questo risultato è figlio di oltre 8 anni di lotte legali che ho portato avanti che mi sono costate tantissimo e sicuramente mi costeranno ancora di più. Mi auguro e spero che almeno questi sacrifici siano valsi a qualcosa, e che per il futuro le cose potranno effettivamente cambiare”.
Questo è ciò che dichiara Nino De Masi, il famoso imprenditore calabrese, noto per la sua instancabile lotta contro gli illeciti compiuti dalle banche. De Masi ci spiega: “Dopo la sentenza della Suprema Corte di Cassazione – II^ Sez. Penale nr. 262 del 19.02.10 nella quale si chiarisce una volta per tutte la questione dell’usura bancaria, e vengono in un colpo annullate le sterili ed ipocrite difese delle banche che affermavano di aver sempre operato nel rispetto della legge, in questi giorni si stanno scrivendo pagine nuove del rapporto tra banche e clienti.

Come premessa va ricordato quanto affermato dall’Autorità Garante per la Concorrenza ed il Mercato che in diverse occasioni chiedeva al Governo una rimodulazione delle norme contrattuali tra banche e clienti, rapporto nel quale si individuava una disparità di posizioni, con il cliente soggetto debole rispetto alla banca.Le banche in questi anni hanno sempre operato con una politica di «arrogante» illegalità, sapendo bene quello che facevano ed abusando della loro posizione dominante e di monopolisti del mercato legata al loro potere, legale ed illegale, di poter condizionare le altre realtà del Paese, anche il potere politico. Insomma la lobby bancaria ha fatto chiudere gli occhi a chi era preposto al controllo del mercato creditizio (la cui violazione delle norme è cosa gravissima) ed ha imposto politiche di vendita del denaro a tassi fuori da ogni logica di mercato.”
“Del potere di condizionamento politico e giudiziario – continua l’imprenditore - e abbiamo ampie testimonianze anche nei procedimenti in corso, mentre gli illegali ed usurari comportamenti posti in essere nei confronti della clientela, sino alle mie denunce, sono passati nell’assoluto silenzio.

Nel 2001/2002 ho fatto presente che la somma degli interessi e delle spese applicate faceva lievitare il costo del denaro ad oltre il 30/35%, le banche dal canto loro si difendevano affermando di rispettare la legge e che il rispetto della soglia di usura era limitata al solo tasso d’interesse praticato. Un bravo e coraggioso magistrato della Procura di Palmi - sottolinea De Masi - si accorse però dell’anomalia e nella richiesta di rinvio a giudizio per i vertici di alcune delle maggiori banche italiane affermava che le banche praticavano dei comportamenti artificiosi per aggirare la legge: comportamento attuato da un lato tenendo sotto controllo il tasso di interesse e dall’altro applicando a dismisura spese e commissioni fuori da ogni limite e controllo. Tali fatti hanno retto ad un dibattimento ed hanno portato, per la prima volta in Italia, ad una sentenza che riconosce l’usura bancaria. La mia vicenda ha fatto scuola in tutt’Italia – chiarisce De Masi - in quanto il procedimento della Procura di Palmi è stato la base del lavoro di altre, tante, Procure d’Italia sull’usura bancaria”.
Infatti dopo anni di impari lotte giudiziarie sono avvenuti una serie di fatti importanti:- l’Autorità Garante per la concorrenza ed il Mercato afferma che il mercato creditizio in Italia è in mano ad un gruppo ristretto di persone che bloccano il libero mercato e la competizione a discapito del risparmiatore (indagine conoscitiva IC36); - l’Autorità Garante afferma inoltre che le commissioni di massimo scoperto sono un costo molto esoso.
Ed inoltre la nuova commissione, che ha sostituito sulla carta quella di massimo scoperto, arriva a costare anche 15 volte in più rispetto alla precedente (comunicato stampa nr.57 del 29/12/09);- la citata sentenza della Corte di Cassazione (nr. 262 del 19.02.10) statuisce che la commissione di massimo scoperto, o come diversamente identificata, è un elemento che concorre a determinare il tasso soglia;- l’Associazione dei Consumatori Adusbef in questi ultimi giorni ha denunciato Banca d’Italia per concorso nel reato di usura;- l’Associazione dei Consumatori Codacons inizia la prima class action contro le banche presso il Tribunale di Torino, per l’illegalità della commissione di massimo scoperto.conclude De Masi - che questa non è una lotta tra delle fazioni;, si sta solo cercando in qualche modo di rimettere in equilibrio il rapporto tra banca e cliente che, se imbastito sul rispetto delle norme di legge, può portare vantaggi a tutti.”

Ora che succederà?
Confindustria, le altre Associazioni, le organizzazioni economiche si costituiranno parte civile?
La politica come reagirà?

Roberta Lemma
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