Ieri pomeriggio, nella fase finale della terza tappa del Giro d'Italia, nel tratto di strada in discesa del Passo del Bocco, a circa 20 chilometri dall'arrivo, è deceduto in seguito a una rovinosa caduta il corridore belga di 26 anni Wouter Weylandt.
Il suo pedale sinistro ha urtato un muretto, procurandogli una paurosa capriola lunga diversi metri, al termine della quale è rimasto riverso sull'asfalto privo di sensi.
La macchina della assistenza medica, prontamente intervenuta, gli ha immediatamente praticato il massaggio cardiaco. Il prof. Giovanni Tredici, responsabile della assistenza medica al Giro, ha subito dichiarato: “Eravamo con la macchina dietro il gruppo. Siamo intervenuti una trentina di secondi dopo la caduta, ma la situazione era già disperata. Era un caso gravissimo. Dopo qualche istante, è giunta l'unità mobile di rianimazione. Abbiamo provato a rianimarlo per terra”. Ha quindi precisato che l'elicottero del soccorso non è atterrato a causa “dell'inutilità delle misure di rianimazione”.
L'ex campione del mondo di ciclismo Johan Musseeuw, ha affermato: “Quando ho visto la sua caduta, ho subito capito che era seria. La somiglianza con quella di Fabio Casardelli era evidente. Una discesa come quella si corre a velocità elevata. Le protezioni delle quali beneficiano i corridori non sono in questi casi sempre sufficienti per evitare gravi cadute. Siamo tutti turbati. Weylandt era un giovane corridore che aveva ancora tutta la vita davanti”.
Diventato professionista nel 2006, Weylandt aveva iniziato la sua carriera ciclistica nella squadra Quick Step di Patrick Lefevere. Quindi era passato nella formazione Leopard-Trek dei fratelli Schleck. Sarebbe diventato padre nel prossimo mese di settembre.
Vincitore di diverse corse in linea, era rimasto vittima di una spettacolare caduta a metà dello scorso mese di aprile, durante la volata del Gran Premio dell'Escaut. Prontamente ristabilitosi, ha poi deciso la partecipazione al Giro d'Italia.
Ieri sera la sua squadra ha risolto di non abbandonare il Giro. Il direttore sportivo, Brian Nygaard, ha comunicato che i corridori hanno preso questa decisione nel rispetto del collega morto.
L'inizio della tappa odierna è stato preceduto da un minuto di silenzio in memoria del collega scomparso. La direzione del Giro ha lasciato stabilire agli atleti la maniera migliore di correre la tappa. Così si è espresso il direttore di corsa Angelo Zomegnan.
Non potrebbe esserci un modo migliore di ricordare Wouter Weylandt delle parole del comunicato stampa diffuso dalla Quick Step: “Per tutti noi, Weylandt era un amico prima di essere un collega. Lo ricorderemo come una persona onesta, sempre sorridente e generosa. Ci lascia con un terribile sentimento di perdita e di dolore”.
Addio, allora, Wouter.
Piero Tucceri