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L'AQUILA, 24 dicembre - La Corte d'Assise d'Appello dell'Aquila ha motivato la condanna a trent'anni per Salvatore Parolisi, il caporalmaggiore accusato dell'omicidio della moglie Melania Rea, trovata morta il 18 aprile 2011 nel bosco di Ripe di Civitella.

Il cadavere della donna era dilaniato da diverse coltellate, in tutto trentacinque. Le motivazioni sono uscite il 23 di dicembre.

Secondo la Corte, le prove a carico di Parolisi sarebbero chiare e non suscettibili di "diversa interpretazione".
Le prove testimoniali sono attendibili, perché diverse persone, non in relazione fra loro, avrebbero reso delle testimonianze coincidenti. Secondo la corte "gravi sono gli indizi consistenti, cioè resistenti alle obiezioni, e quindi attendibili e convincenti".

PAROLISI HA MENTITO
Secondo i giudici, Parolisi avrebbe mentito durante il processo; infatti, ha sempre riferito di trovarsi a Colle San Marco durante l'ora del delitto. Tuttavia, molti testimoni, lì presenti a quell'ora, hanno riferito di non averlo mai visto.

IL MOVENTE
Per i giudici il movente dell'omicidio sarebbe da ricondurre alla relazione extraconiugale che Parolisi aveva con una sua allieva, Ludovica, la quale premeva affinché lo stessi Parolisi lasciasse la moglie.
L'uomo non sapeva come continuare a gestire la sua doppia vita. La moglie, inoltre, sapeva dei suoi tradimenti, al punto da chiamare un giorno Ludovica per chiederle si farsi da parte.
Parolisi credeva che la separazione dalla moglie avrebbe potuto compromette la sua carriera. Da questa situazione di confusione e disagio, che i giudici di primo grado avevano definito come "la stretta di un imbuto", Parolisi non ha saputo come uscire e, un giorno come un altro, preso da un impeto di rabbia, ha ammazzato la moglie. L'omicidio, infatti, non è premeditato.

IL RICORSO IN CASSAZIONE.
I legali di Parolisi non si arrendono, e hanno annunciato che faranno ricorso in Cassazione. Per gli avvocati, infatti, le motivazioni della sentenza di condanna sarebbero logicamente disordinate: "La Corte ha di fatto cancellato nei tratti più rilevanti la sentenza di primo grado impugnata. Ma la riforma dei contenuti della sentenza è unidirezionale contro l'imputato e le singole letture dei fatti sono interpretate sempre contro Parolisi".

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