Calcutta, 2 gennaio - E' successo di nuovo in India; una ragazza di sedici anni è stata stuprata per due giorni di seguito da un gruppo di ragazzi.
La vittima, dopo la violenza avvenuta il 25 ottobre nei pressi di Calcutta, ha denunciato i suoi aguzzini, i quali, per tutta risposta, l'hanno minacciata e stuprata un'altra volta. I violenti volevano vendicarsi della ragazza perché li aveva denunciati.
Ma le persecuzioni non sono finite qui. I responsabili dello stupro hanno continuato a minacciare la giovane per tentare di farle ritirare la denuncia, ma lei ha resistito alle loro minacce e non l'ha fatto.
Lo scorso dicembre qualcuno ha appiccato le fiamme nell'appartamento della ragazza la quale è stata ricoverata all'ospedale per gravi ustioni.
La ragazza è morta il 31 dicembre. Secondo i primi riscontri, i suoi assassini l'avrebbero cosparsa di benzina e poi data alle fiamme.
Per il momento, due uomini sono sospettati dell'omicidio. Al padre della giovane è stato anche impedito di celebrare il funerale pubblico.
La vittima era incinta prima della morte; non si sa, però, se il bambino fosse frutto delle violenze subite.
Numerose persone sono scese in piazza per protestare contro i continui abusi subiti dalle donne indiane, violenze che spesso si evolvono con la morte della vittima.
Secondo "l'Associazione di tutte le donne democratiche dell'India" la polizia è intervenuta tardi e non ha protetto adeguatamente la ragazza che forse, se l'intervento delle autorità fosse stato tempestivo, si sarebbe potuta salvare.
Prima ancora di questo, un altro caso accaduto nel 2012 scosse profondamente l'India: una ragazza fu stuprata in gruppo su un autobus, e morì dopo le violenze.