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La Corte dei conti contesta le edizioni di Clerici e Morandi e ammoniscono i vertici RAI: "Serve più rigore".

Il Festival di Sanremo è uno degli avvenimenti musicali più amati e allo stesso tempo odiati del panorama artistico italiano. Una cosa mette tutti d'accordo, è che il suo costo di realizzazione è eccessivo. Lo dice anche la Corte dei conti che, controllando i bilanci delle ultime tre edizioni, ha costatato uno squilibrio tra i costi e i ricavi che lasciano in rosso le casse RAI. Giancarlo Leone, direttore di Rai 1, però, dice che con le due edizioni di Fazio (quella del 2013 e quella che inizierà martedì prossimo) si è raggiunto il pareggio di bilancio. "I costi del Festival sono stati già coperti da alcune settimane grazie a pubblicità e sponsor. A oggi il Festival è a costo zero, forse a fine rassegna potremo dire che ha prodotto anche degli utili. Come l'anno scorso il costo totale, comprensivo dei 7 milioni della convenzione con il Comune di Sanremo, è di 18 milioni". Nonostante questo, per la Corte dei conti la RAI deve assumere: "un rigoroso piano di razionalizzazione e contenimento dei costi, in particolare per quelli riconducibili al Festival di Sanremo, alle fiction e alla programmazione finanziata con fondi diversi da quelli derivanti dal canone". Ma Leone si difende affermando che: "Il Festival rientra tra i programmi per cui è previsto il finanziamento dal canone. Quindi è improprio parlare di saldo negativo. Sanremo poi è un fiore all'occhiello, dà visibilità all'azienda, illumina e accende una rete: era considerato il costo fisiologico per un importante avvenimento televisivo che è nell'immaginario collettivo e serve da volano anche per promuovere altri programmi Rai".

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