Incalza ormai con ritmo quotidiano la marea di fandonie con la quale il figurante Matteo Renzi ammalia l’italico coacervo. Nel suo delirio di onnipotenza, costui reitera il consunto ritornello secondo il quale in Italia le tasse sarebbero diminuite, l’occupazione salirebbe, l’obolo degli 80 euro avrebbe incrementato i consumi delle famiglie, la riforma costituzionale ridurrebbe le spese per il Parlamento e la legge elettorale assicurerebbe la governabilità del Paese.
Tutto questo starebbe succedendo nel suo utopistico mondo. A destare maggiore perplessità, sono tuttavia coloro i quali, pur di fronte all’evidenza dei fatti, subiscano ancora le sue malìe. Se così non fosse, questo pifferaio non sarebbe ancora alla guida di uno pseudogoverno nominato dal potere finanziario.
La drammatica e sempre più ingravescente realtà del proscenio sociopolitico italiano, è purtroppo tutt’altra. L’espediente del JobsAct, ha di fatto prodotto un aumento della disoccupazione, dal momento che, nella sua subdola natura, preveda la trasformazione del lavoro precario in lavoro a tempo indeterminato: infatti, successivamente agli sgravi fiscali previsti nei primi tre anni dall’assunzione, il datore di lavoro ha convenienza nel licenziamento del dipendente per poterne assumere un altro, per altri tre anni, e così di seguito. Nel contempo, però, egli beneficia degli ulteriori e relativi sgravi fiscali. Attraverso questo accorgimento, il datore di lavoro ha la facoltà di licenziare, cavandosela con la corresponsione di un indennizzo, essendo il lavoratore licenziato impedito nella facoltà di appellarsi al magistrato invocando il reintegro per giusta causa. Così, grazie alla mortificante genuflessione del laleologo Renzi davanti al potere finanziario, il lavoro precario ha subìto una netta impennata. Questo, anche in virtù dell’ambigua introduzione dei vouchers lavoro.
Che i consumi delle famiglie si siano drasticamente ridotti, lo conferma, fra l’altro, il consolidamento della deflazione. Riguardo i famosi 80 euro, la situazione risulta a dir poco paradossale. A parte il fatto che essi siano stati assorbiti dal carico fiscale, emerge ora che, grottescamente, proprio le famiglie più povere siano chiamate addirittura a…restituirli!
Un sia pur minimo risparmio, non viene neppure dalla riforma costituzionale, poiché, l’onere relativo ai futuri pseudosenatori, non inciderà sulle spese per il personale. Il futuro senato fantasma, costituito da consiglieri regionali e da sindaci eletti in funzione dei rispettivi bacini elettorali, sarà svuotato di ogni potere decisionale: infatti, non potrà votare la fiducia o la sfiducia al governo.
Il delirio del PD e del suo degno corifeo Matteo Renzi, ha concepito anche una assurda legge elettorale, la quale dispone che non si possano formare coalizioni di gruppi politici, in modo tale che il partito che al primo turno elettorale prenda il 40% dei consensi, abbia poi anche la maggioranza assoluta alla Camera. Qualora nessun partito raggiunga il 40% dei consensi al primo turno, si andrà al ballottaggio tra i primi due raggruppamenti politici maggiormente votati. Quello che ne uscirà vincitore, avrà il 55% degli eletti, pur annoverando una esigua percentuale di voti. Il che vuol dire la distruzione persino della parvenza della democrazia: di quella stessa democrazia immolata da costoro ai piedi del criminale principio della continuità governativa! Questo scellerato provvedimento, assicurerà semplicemente la continuità di un governo che sarà l’espressione di una minoranza dell’elettorato! Si tratta di una situazione folle. Come dissennato è del resto il comportamento del PD, il quale, rinnegando clamorosamente le sue storiche radici, si è vergognosamente umiliato alle fole del neoliberismo!
Questa deprimente situazione, dimostra come il pifferaio Renzi seguiti a trastullarsi dietro le spalle di tanti creduloni, avvalendosi del gioco delle tre carte. Recentemente, il laleologo ha manifestato la sua propensione all’abolizione del bollo d’auto, grazie al quale lo Stato si assicura un introito pari a 37 miliardi di euro annui. Come intende abolirlo? E’ semplice! Come al solito, proponendo ulteriori e più pesanti rincari per i cittadini! Infatti, costui propone di aumentare di 15 centesimi al litro il costo della benzina e del gasolio. Penalizzando ulteriormente coloro che debbano usare l’auto per ragioni di lavoro. Per costoro non ci sarà nessun risparmio, ma addirittura un aggravio di spesa, dal momento che così si registrerà anche un rincaro delle merci trasportate.
Non si può negare che, in tema di tasse, il novello pifferaio sia davvero superlativo. Lui ripete di averle ridotte. Peccato che lo faccia tramite l’abbaglio delle tre carte. Per questo, nessuno se ne accorge. Con i suoi giochetti da illusionista, questo figurante della finanza internazionale, le tasse le ha aumentate, concedendo anche la facoltà alle Regioni e ai Comuni di incrementare l’addizionale Irpef, dopo aver provveduto al taglio dei trasferimenti dallo Stato agli enti locali. Atteso che in questo si sarebbe compendiato il risparmio nella sua discrasica ottica sociale.
E i 4 milioni di poveri, che secondo certe stime ammonterebbero a 6 milioni? Non c’è nessun problema. Per il pifferaio, essi semplicemente non esistono. Ecco perché bisogna sbarazzarsi in fretta di questo ammaliatore: per non finire affogati come i topi della favola!