La iattura di essere sgovernati da compagini di politicantinominate dal potere finanziario piuttosto che essere scelte dal popolo attraverso libere elezioni, ha imposto sul proscenio sociale e politico italiano una sequela di figuranti culminata nel proletarioconte Paolo Gentiloni, il quale, riuscendo astutamente a camuffarsi da rassicurante moderato, si appresta a introdurre nel sistema legislativo italiano una delle leggi piùliberticide della storia nazionale: quella relativa alla censura su internet.
Lo sgoverno Gentiloni, che sarebbe più appropriato chiamarlo Genticloni in considerazione della sua politica espressione genica, cerca di mascherare questa impennata autoritaria proponendola come disegno di legge al fine di sottrarla a quel dibattito parlamentare che sarebbe invece peculiare di ogni autentica democrazia.
Una così scellerata iniziativa, avvalendosi di un regolamento dell'Agcom, renderà possibile procedere alla censura di massa attraverso una modalità di intercettazione conosciuta come “Deep packet inspection”. Ovviamente, il ricorso alla lingua inglese è d'uopo quando ci si rivolge a un coacervo androide ormai privo della sovranità monetaria e nazionale! Ciò vuol dire che, con un provvedimento legislativo a dir poco sui generis, sarà imposto ai fornitori dei servizi internet e telefonici italiani di spiare gli utenti onde controllarne i relativi comportamenti. La scusa addotta come giustificazione di questa ennesima e meschina prevaricazione, è sempre la stessa: lo chiede l'Europa!
A lasciare ancor più perplessi, è il fatto che toccherà all'Agcom, quindi all'Autorità garante nelle telecomunicazioni, e non alla Magistratura, il compito di intervenire in materia al fine di impedire ai cittadini l'accesso a determinati contenuti della rete. Ne consegue che l'Agcom avrà la facoltà di seguire e di memorizzare i comportamenti delle singole persone. E che potrà farlo a sua discrezione. Stabilendo autonomamente quali siano i siti suscettibili di essere frequentati.
Neppure una dittatura escogiterebbe un simile abuso! Eppure, proprio l'esponente del partito autodefinitosi “democratico” (sic!), lo fa': il proletario conte Paolo Genticloni!