Le vicende relative all'operato della nave “Diciotti”, rendono conto di un pasticcio tipicamente italiano: infatti, l'aspetto essenziale dello stesso riguarda lo stabilire come mai una nave militare, destinata peraltro al pattugliamento delle coste italiane, sia finita nella zona SAR di Malta.
Bisogna precisare che la stessa si sia mossa in quella direzione esclusivamente per andare incontro a un barcone con il motore in avaria e recante a bordo ben 177 clandestini, atteso che tali debbano ritenersi coloro che si avventurino su un barcone non battente bandiera di qualche Stato e che, anche per questo, dovrebbero essere posti alla stregua dei fuorilegge dediti al traffico di esseri umani.
Occorre inoltre stabilire cosa rappresenti la nave “Diciotti”. Essa è indubbiamente una nave costiera. Come tale dovrebbe avere il compito di controllare i confini italiani e non quello di dedicarsi arbitrariamente al recupero di persone, oltretutto clandestine, al di fuori delle acque di propria competenza.
E i barconi? Quelli sono semplicemente natanti fuorilegge: ecco perché la responsabilità dell'accaduto ricade esclusivamente sul comportamento adottato dalla nave “Diciotti”, e, di conseguenza, sull'operato della Guardia Costiera italiana. E' infatti dirimente domandarsi chi abbia impartito a quella nave l'ordine di dirigersi verso la zona SAR di Malta e quindi al di là del proprio ambito operativo. Dal che emerge la responsabilità della Guardia Costiera italiana, la quale sembra non abbia ricevuto l'ordine o comunque il permesso di farlo dal governo, e quindi dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, dal quale dipende.
Riguardo il Ministro Matteo Salvini, è necessario precisare la sua non competenza sull'operato della Guardia Costiera. Era tuttavia suo il compito di controllare, di concerto con il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, il comportamento della Guardia Costiera, affinché la nave in questione evitasse lo sconfinamento nella competenza maltese.
Purtroppo, una volta accolti a bordo quei clandestini, Salvini non ha potuto più opporsi allo status quo. Uno stato di fatto palesemente illegale, così come non ha potuto impedirne l'approdo in Italia. Ne consegue che, a rigor di logica, dovrebbe ritenersi responsabile del paradosso determinatosi il comandante della Guardia Costiera italiana, oltre, naturalmente, al comandante della nave “Diciotti”. La loro rimozione dai rispettivi incarichi dovrebbe avere effetto immediato, con tutte le conseguenze afferenti a tale provvedimento. Solo che questo succederebbe altrove e non in Italia: nel paese di Pulcinella!
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