Comincia alle 15 e finisce pochi minuti prima delle 16 il discorso di Giuseppe Conte in Senato, concludendo con l'annuncio delle sue dimissioni di fronte al presidente Mattarella alla fine del dibattito parlamentare.
Conte ha definito Salvini come un irresponsabile che ha esposto a gravi rischi l'Italia a seguito di interessi personali e di partito. "Hai invocato le piazze e chiesto poteri, la tua concezione preoccupa". Non abbiamo bisogno di uomini con pieni poteri, ma con senso delle istituzioni". "Matteo, non hai dimostrato cultura delle regole".
Tempi e motivazioni della crisi di governo
Conte si è domandato perché aprire la crisi ad agosto quando era già chiara, dopo le elezioni europee, l’insofferenza della Lega?
"È stato un gesto di grave imprudenza nei confronti del Parlamento, suscettibile di precipitare il Paese in una fase di incertezza politica e debolezza finanziaria. Una crisi peraltro annunciata dopo la fiducia ottenuta sul decreto Sicurezza bis, una scelta temporale che suggerisce opportunismo politico. E il tutto senza che vi sia stato, in coerenza, il ritiro della delegazione leghista al governo".
La verità è che la Lega ha cercato a tutti i costi di prendere le distanze dal governo per cercare di guadagnare quel consenso già ottenuto nelle ultime elezioni europee. Rivolgendosi in prima persona a Salvini il premier ha continuato dicendo:"Caro Matteo promuovendo questa crisi di governo ti sei assunto una grande responsabilità di fronte al Paese. Hai chiesto pieni poteri e hai invocato le piazze a tuo sostegno. Questa tua concezione mi preoccupa. Le questioni istituzionali non si regolano nelle piazze ma nel Parlamento». Citando poi Federico di Svevia ha detto che non abbiamo bisogno di persone con i pieni poteri, ma di persone con piena responsabilità.
Conte, fervente credente e devoto di Padre Pio, ha anche criticato Salvini anche sull'uso di simboli religiosi nei suoi comizi: "Sono episodi di incoscienza religiosa che rischiano di offendere il sentimento dei credenti e di oscurare il principio di laicità, tratto fondamentale dello stato moderno".
Richiamo ai M5S
Oltre aver bacchettato Salvini, il premier ha rivolto anche al M5S alcune considerazioni. La mancanza di rispetto in occasione del suo intervento sulla questione russa, dove i 5 stelle avevano abbandonato l’aula "senza ragione che potesse giustificare l’allontanamento".
Stoccata finale prima di dirigersi verso il Quirinale
A fine discorso Conte ha poi annunciato che avrebbe rispettato fino in fondo l'iter istituzionale, ascoltando tutti gli interventi dei senatori e solo al termine si sarebbe recato al Quirinale per ufficializzare la fine del governo "nelle mani del presidente della Repubblica".