Eni spa (BIT: ENI), la multinazionale petrolifera italiana, si è aggiudicata una gara in Kazakistan per l’installazione di un imponente impianto fotovoltaico da 50 MWp, attraverso la sua consociata locale ArmWind LLP.
Eni spa ha vinto la gara di aggiudicazione, istituita dalle autorità kazake tramite asta, con la migliore offerta pari a 0,029 euro per Kwh. L’impianto s’inserisce nel progetto di decarbonizzazione avviato dal Ministero dell’energia della Repubblica del Kazakistan, con il sostegno del Programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo (UNDP). Con questo progetto, Eni entra nel comparto dell’energia solare del Kazakistan, compiendo un passo aggiuntivo nella diversificazione della sua presenza nel Paese dopo aver partecipato, a settembre 2019, alla gara per la costruzione di un impianto eolico da 48 MW (progetto Badamsha 1), in collaborazione con General Electric (NYSE: GE). L’impianto eolico è in fase di costruzione nella regione di Aktobe, ad ovest del Kazakistan.
L’impianto fotovoltaico Eni e l’effetto sul titolo azionario
L’effetto sul titolo azionario, anche se non immediato, apporterà il suo beneficio nel lungo termine, poiché la green economy è sempre più vista come una trasformazione urgente e necessaria. Basti ricordare il piano di decarbonizzazione da 100 miliardi di euro annunciato dalla Presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen. La presenza del titolo nell’indice FTSE MIB, che comprende le migliori società per azioni quotate alla Borsa di Milano, poi, non potrà che valorizzare ancora di più l’indice, spingendolo verso la finanza verde.
L’immagine della multinazionale ne uscirà rafforzata, perché vista sempre più come impegnata concretamente nella riduzione delle attività che impattano negativamente sul clima. Basti pensare, infatti, che l’impianto da 50 MWp contribuirà a evitare l’emissione in atmosfera di ben 1,2 milioni di tonnellate di CO<2: il termine dell’installazione dell’impianto è previsto nella seconda metà del 2021.
I vantaggi della transizione energetica
Sin dal 2014, Eni spa ha avviato un ampio progetto di diversificazione del suo business e una vera e propria transizione energetica, che la slega sempre più dall’essere solo una multinazionale del petrolio. In un momento storico in cui l’emergenza climatica sta obbligando i governi a cambiare le politiche economiche, per Eni è vitale il passaggio alla produzione di energia derivante da fonti rinnovabili. Ecco perché questo passaggio alle fonti rinnovabili è considerato, da alcuni anni, un investimento strategico fondamentale. Va in questa direzione l’annuncio di pochi giorni fa, in merito all’inaugurazione di un impianto fotovoltaico da 5 MWp, realizzato in Tunisia attraverso la controllata Eni Tunisia BV e in partnership con la società statale Entreprise Tunisienne d’Activités Pétrolières (ETAP). L’impianto eviterà l’immissione di 6.500 tonnellate all'anno di CO2. Questo impianto è da considerarsi ibrido, in quanto genera energia fotovoltaica, effettua lo stoccaggio dell’energia in accumulatori della capacità di 2,2 MWp/1,5 MWh, utilizzando turbine a gas.
In conclusione
Fotovoltaico ed eolico non sono le uniche fonti rinnovabili e a emissioni ridotte in cui Eni spa investe. Dal 2018, la multinazionale italiana è parte del progetto del MIT di Boston per l’innovazione nella fusione nucleare. La nuova fusione nucleare, oltre ad essere più sicura, dovrebbe garantire emissioni zero e risorse energetiche potenzialmente illimitate.