La rinegoziazione di un mutuo è una procedura prevista in ambito bancario con la quale un mutuatario, ovvero il cliente che ha acceso un mutuo, chiede al mutuante, vale a dire la banca che ha concesso tale finanziamento, di variare alcune delle condizioni previste dal contratto. La rinegoziazione è quindi una “nuova trattativa”.
Ovviamente, come ben si può immaginare, con questa richiesta il debitore punta a ottenere condizioni migliori di quelle precedenti. È una procedura gratuita e le modifiche possono riguardare il tasso di interesse, la durata del finanziamento oppure la tipologia di mutuo.
Di solito, la modifica viene richiesta dal cliente quando, per le motivazioni più varie, le condizioni contrattuali sono meno sostenibili che in precedenza.
Vi sono, per esempio, situazioni in cui il debitore preferisce optare per la stabilità di un mutuo a tasso fisso piuttosto che per le variazioni che caratterizzano un mutuo a tasso variabile.
I mutui a tasso fisso, infatti, sono caratterizzati dal fatto che la rata è costante dall’inizio alla fine del finanziamento, a prescindere dalle variazioni che caratterizzano il mercato. I mutui a tasso variabile, invece, sono legati a tali oscillazioni e quindi il tasso può scendere o salire in modo imprevedibile.
Il motivo della rinegoziazione può essere il trovarsi in una situazione finanziaria tale che si ritiene preferibile avere una rata mensile meno onerosa allungando la durata del mutuo oppure riducendo il tasso di interesse.
Per inciso, la rinegoziazione è una procedura ben precisa che non deve essere confusa con la surroga o con la sostituzione.
Come fare per richiedere una rinegoziazione?
La rinegoziazione, pur essendo molto semplice, richiede un passaggio formale, vale a dire l’invio di una raccomandata A/R all’istituto bancario presso il quale si è acceso il mutuo. Nella lettera dovranno essere elencate nel dettaglio le condizioni che si desidera cambiare. Ovviamente nulla vieta inizialmente di “sondare il terreno” con un preliminare contatto informale per verificare la disponibilità della banca.
In linea di massima infatti, salvo casi specifici previsti dalla legge, la banca non è obbligata a rinegoziare un mutuo. Se invece acconsente alla modifica, può essere che accolga in toto o parzialmente le richieste della controparte; in quest’ultimo caso le due parti potranno cercare di trovare un punto di incontro che accontenti entrambe. Non è necessario per la rinegoziazione l’intervento di un notaio.
Cosa fare qualora la banca non accetti la rinegoziazione?
Se la banca non accetta di rinegoziare il mutuo, il cliente ha comunque altre opportunità a sua disposizione.
Premesso che ha anche la possibilità di non fare alcunché e lasciare tutto invariato, può anche decidere di estinguere anticipatamente il mutuo, chiedere la surroga oppure la sostituzione.
La surroga è una procedura che prevede che il debitore trasferisca il mutuo a una banca diversa che pratica condizioni migliori; se il cliente opta per questa soluzione la banca è obbligata ad accettare il trasferimento, ma è prima necessario accertarsi che la nuova banca sia disposta all’operazione; non è infatti obbligata ad accettarla. La surroga ha attualmente un costo di 35 euro.
La sostituzione consiste nell’estinzione del mutuo presso il proprio istituto di credito e nell’accensione di un nuovo finanziamento presso un’altra banca. Si devono considerare le spese per la nuova apertura e l’eventuale penale di estinzione anticipata.