Il supplemento del bollettino statistico di Banca D'Italia ha diffuso i dati allarmanti del nostro debito pubblico, che, nonostante l'introito delle nuove tassazioni come l'IMU, è nuovamente aumentato.
Il supplemento del bollettino statistico di Banca D'Italia ha diffuso i dati allarmanti del nostro debito pubblico, che, nonostante l'introito delle nuove tassazioni come l'IMU, è nuovamente aumentato.
ROMA - Due famiglie su tre sono in bolletta, e come accadde durante la Seconda Guerra Mondiale, alleggeriscono il carrello della spesa, non riescendo più a comprare - e a mangiare - proteine come carne, uova e legumi, se non ogni tre giorni.
MILANO - Crolla Piazza Affari dopo le elezioni. Il Ftse MIb cede il 5%. Raffica di sospensioni: Finmeccanica, Exor, A2A, Mediaset sono in asta di volatilità mentre i titoli bancari non sono ancora riusciti a scambiare e segnano ribassi teorici tra il 5 e il 10%.
Lo rivela uno studio dello Spi Cgil. L'andamento è destinato a peggiorare nei prossimi anni: con la riforma Fornero e il blocco della rivalutazione annuale, oltre 6 milioni di pensionati hanno visto alleggerirsi di circa 1.135 euro in media l'assegno nel biennio 2012-13
Potere d’acquisto delle pensioni in caduta libera: in 15 anni è diminuito del 33%. Nello stesso arco temporale il valore di una pensione media è sceso del 5,1%. A rilevarlo è lo Spi-Cgil, che parla di un “crollo vertiginoso” del reddito da pensione rispetto all’andamento dell’economia reale. Mentre tasse e tariffe aumentano sempre più: nel 2013 saranno “alle stelle” e incideranno sui pensionati per 2.064 euro a testa, il 20% in più sul 2012. I dati si riferiscono al periodo 1996-2011 e la situazione, segnala il sindacato dei pensionati della Cgil, non è in fase di arresto.
I dati sul potere d’acquisto delle pensioni sono infatti destinati a peggiorare per effetto del blocco della rivalutazione annuale introdotto con la riforma Fornero (su quelle superiori a tre volte il minimo, poco sopra i 1.400 euro lordi), che – evidenzia lo studio – toglie mediamente 1.135 euro nel biennio 2012-2013 a 6 milioni di pensionati. Così un pensionato con un assegno di circa 1.200 euro netti ha perso 28 euro al mese nel 2012 e nel 2013 ne perderà 60, mentre chi percepisce una pensione di circa 1.400 euro netti ha perso 37 euro al mese nel 2012 e ne perderà 78 nel 2013.
Come se non bastasse, continua lo Spi-Cgil, bisogna fare i conti con il peso delle tasse e delle tariffe, che nel 2013 “incideranno sui pensionati italiani per una spesa media totale di 2.064 euro pro-capite, ovvero il 20% in più rispetto al 2012″. Per le tasse, tra addizionale regionale Irpef, addizionale comunale, Imu e Tares se ne andranno infatti mediamente 640 euro, il 12% in più rispetto al 2012. Per quanto riguarda invece le tariffe la spesa media – sempre secondo lo Spi – sarà di 1.424 euro tra telefonia fissa, acqua, luce, gas e riscaldamento. Pesano inoltre il canone Rai e l’aumento dal 22% al 23% dell’Iva che scatterà il prossimo luglio.
Il segretario generale dello Spi-Cgil Carla Cantone lancia l’allarme: “In Italia la patrimoniale c’è ed è quella che grava sui pensionati, che più di tutti stanno pagando il conto della crisi. Sarebbe bene che il prossimo governo la facesse pagare ai ricchi, che invece poco o nulla stanno contribuendo alle sorti del Paese”. “Bisogna intervenire con urgenza – continua Cantone – per sostenere il potere d’acquisto delle pensioni, rimuovere l’odioso blocco della rivalutazione annuale, alleggerire il carico fiscale e rilanciare welfare e sanità. I pensionati rappresentano il 25% degli elettori e a votare ci vanno eccome. La politica dovrebbe avercelo chiaro e agire di conseguenza”.
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