La politica. Secondo un vecchio proverbio è l'arte del possibile. A significare che il potere che attiene a chi la esercita consente qualsiasi soluzione. Secondo Giovanni Sartori, personaggio fra i principali autori nel campo della Teoria della Democrazia, la politica è la sfera delle decisioni collettive sovrane. Ed è così che a noi piace considerarla
Imma Battaglia, presidente onorario di 'Gay Project', ha riportato, ieri, la seguente notizia: "Vladimir Luxuria è stata arrestata a Sochi dalla polizia russa con mentre sventolava la bandiera con la scritta in russo 'Essere gay è ok'".
Renzi ha concluso la sua personale parabola toccando il momento più “alto”, consacrando la sua azione alla conquista di Palazzo Chigi; per ottenere ciò ha dovuto far risorgere Berlusconi dal Limbo delle persone che non accettano i verdetti che li condannano. Renzi si è assunto la responsabilità di riproporre al centro della vita politica nazionale una mummia imbalsamata e già pronta per i musei di second’ordine.
Così Berlusconi ha ottenuto quello che non sperava nemmeno di ottenere: essere il punto centrale da dove si proiettano i raggi che compongono un cerchio magico. Ma Berlusconi, quando vince senza aver lottato per meritare la vittoria, non si contenta, vuole stravincere e mortificare l’avversario, solo così può sentirsi a suo agio e superare il complesso di inferiorità che lo svilisce davanti a se stesso. Sa bene che non deve, però, esagerare; la gente, e nel caso specifico gli elettori, non amano chi vuole stravincere, così incarica “Il Giornale” di famiglia e il suo direttore Sallusti, la lucertola del giornalismo italiano sempre strisciante a mai a testa dritta, noto compagno della pitonessa Santanchè, a scrivere bandi di vittoria per esaltare l’immagine del perdente che ottiene la sua rivalsa.……. grazie alla ingenuità di Renzi, come un novello Don Chisciotte ! Scrive infatti Il Giornale di oggi 14 febbraio titolando l’articolo:
Il Cav sfida il Colle: guiderò Forza Italia alle consultazioni. Un vero e proprio gesto di sfida a Napolitano.
Quindi prosegue anticipando l’azione nell’immediato futuro, forte della consultazione individuale che Renzi gli ha offerto dichiarandosi, anche, onorato della presenza del pregiudicato nella sede del PD, dove è stato accolto con gli onori da Renzi, che ha recepito le condizioni del pregiudicato sulla legge elettorale. Forte di ciò il pregiudicato, secondo quanto anticipa Il Giornale ……..
Berlusconi assolverà in pieno un compito strettamente istituzionale e, peraltro, di altissimo livello come le consultazioni.
Il Giornale si prodiga anche in previsioni, e ci chiarisce ciò che il pregiudicato intende esibire guidando la delegazione di FI alle consultazioni con il Presidente della Repubblica, riconoscendo il “merito” di Renzi in questa restaurazione dell’ex senatore, infatti così aggiunge:
davanti a fotografi e teleoperatori è un immagine che per molti versi conferma quanto il leader di Forza Italia sia per nulla archiviato e ancora al centro della scena. Forse più della visita alla sede del Pd di Largo del Nazareno per il faccia a faccia con Renzi sulle riforme. E finalmente spara la bordata più rumorosa
Per Napolitano, insomma, un vero e proprio schiaffo.
Renzi ha raggiunto il suo scopo, ma a prezzo di obbligare il Capo dello Stato alla mortificante presenza di un pregiudicato che si reca ad una consultazione per decidere le sorti del paese; un pregiudicato, condannato in attesa della decisione della magistratura se dovrà scontare la condanna agli arresti domiciliari o ai sevizi sociale; dichiarato contumace in altro processo sulla compra-vendita di senatori per far cadere un governo democraticamente eletto; in attesa del secondo grado in un altro procedimento penale infamante per un capo di governo, per un imprenditore e principalmente per un padre di famiglia: l’istigazione alla prostituzione minorile. Non ha nessuna ragione di essere soddisfatto Renzi, ha ottenuto il successo cui ambiva, ma ha pagato e fatto pagare alle Istituzioni che è chiamato a difendere, un prezzo troppo alto. Ne valeva la pena ?
Il Professore vede il rischio di una "sindrome Veltroni", il leader democratico che invocava l'autosufficienza e fu pesantemente sconfitto dal Cavaliere. A destra litigano, ma alla fine tutto fa pensare a una riunificazione. Mentre per il segretario Pd i rischi potrebbero arrivare quando la legge elettorale arriverà in Senato e i numeri della minoranza del partito sono più consistenti.
Commissioni bloccate, bagarre sul voto per l'Italicum, i Cinque Stelle che disertano le Aule e depositano l'impeachment a Napolitano. Finisce la giornata parlamentare più tesa dall'inizio della legislatura. E ora Montecitorio si prepara alle prime votazioni sulla riforma elettorale.
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