La politica. Secondo un vecchio proverbio è l'arte del possibile. A significare che il potere che attiene a chi la esercita consente qualsiasi soluzione. Secondo Giovanni Sartori, personaggio fra i principali autori nel campo della Teoria della Democrazia, la politica è la sfera delle decisioni collettive sovrane. Ed è così che a noi piace considerarla
Quando si costituirono, i pentastellati vantavano di non essere né di centro, né di sinistra. Sembravano amorfi. Perciò hanno poi fatto incetta dei voti di protesta di un elettorato sempre più stanco e deluso dai partiti tradizionali. Combinando così un bel pasticcio.
La drammatica situazione sociopolitica determinatasi, resa ancora più stridente dalla recente farsa elettorale, si compendia nel fatto che l'Italia non goda più di alcuna sovranità. Attraverso l'attuale espediente elettorale, dimostratosi peraltro palesemente incostituzionale, si è lasciato il campo a un manipolo di dilettanti in corsa per formare il governo di un Paese ormai scomparso.
Pur consapevole della condizione psicologica di estremo disagio in cui può trovarsi Matteo Renzi, io credo che assolutamente nulla debba essergli perdonato e/o concesso.
Gli pseudolevogiri dell'odierna sinistra, hanno deliberatamente rinunciato a tutte le lotte che ne avevano caratterizzato la nascita: da quelle operaie degli anni '60 e '70, alle successive iniziative adottate contro la globalizzazione. Sono queste le cause del loro odierno sbandamento, avendo smarrito ogni valido punto di riferimento. Perciò adesso sono incapaci di proporsi in maniera credibile, risucchiati come sono dal turbolento vortice della globalizzazione che, paradossalmente, essi stessi hanno contribuito a creare.
Durante un’intervista concessa al Tg5, Silvio Berlusconi ha dichiarato la necessità di reimpatriare almeno 600mila immigrati: “Oggi in Italia si contano almeno 630 mila migranti di cui solo il 5%, e cioè 30 mila, ha diritto di restare in quanto rifugiati e cioè fuggiti da guerra e morte. Gli altri 600 mila sono una bomba sociale pronta a esplodere, perché vivono di espedienti e di reati”.
Clima sospeso nella sede della CGIL di Taranto, dopo le prime informazioni trapelate al termine dell’incontro romano per il confronto sul piano industriale dell’AMInvestCo.
La iattura di essere sgovernati da compagini di politicantinominate dal potere finanziario piuttosto che essere scelte dal popolo attraverso libere elezioni, ha imposto sul proscenio sociale e politico italiano una sequela di figuranti culminata nel proletarioconte Paolo Gentiloni, il quale, riuscendo astutamente a camuffarsi da rassicurante moderato, si appresta a introdurre nel sistema legislativo italiano una delle leggi piùliberticide della storia nazionale: quella relativa alla censura su internet.
Fra le stigmate dell'italianità, è imperativo annoverare quella alquanto singolare inerente il varo di pletoriche normative finalizzate a disciplinare persino quegli aspetti della vita sociale nei cui confronti basterebbe invece, più semplicemente, seguire le elementari regole del buon senso e della maturità civica. Per spiegare questa fenomenologia, basti ricordare come CornelioTacito(Annales, Libro III, 27) descriveva in maniera impressionante l'odierna realtà italiana: “Corruptissima republica, plurimae leges” ( le leggi sono moltissime quando lo stato è molto corrotto ).
Nella sua quasi totalità, la classe politica italiana ha definitivamente smarrito il senso della decenza. Deliberatamente, essa genera confusione fra la gente, come ha fatto di recente affermando che anche gli italiani siano stati migranti; anzi, per meglio specificare, emigranti. Costoro, in flagrante ipocrisia, si premurano di non precisare che quelle dinamiche migratorie appartenevano a contesti geopoliticiprofondamente diversi da quelli attuali e che si rivolgevano verso ampi spazi geografici. Non solo: ma quando gli emigranti italiani approdavano in America o in Australia, tanto per rimanere a due soli esempi, venivano trattenuti in quarantena, e qualora non fossero risultati in regola con le premesse necessarie per l'ingresso in quegli Stati, ma anche qualora avessero presentato problemi di salute, venivano immediatamente rimpatriati.
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