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In Europa molti giornali stanno parlando del sito internet del Movimento per l’Estinzione Umana Volontaria (www.vhemt.org). Il sito è stato pubblicamente disponibile fin dal luglio 1996.
Movimento per l'Estinzione umana volontariaGente da tutto il mondo visita queste pagine che sono tradotte traduzioni in molte lingue. Il Movimento dice di avere un certo peso numerico anche se la mancanza di tessere rende difficile quantificarne la portata effettiva. L’estinzione umana volontaria è identificata come l’alternativa umanitaria ai disastri che colpiscono la gente, l’altra possibilità che rimane come ultima possibilità.

Nella prima pagina del sito si può leggere: “Come sanno bene i Volontari del VHEMT, la speranza che si presenta come alternativa all’estinzione di milioni di specie vegetali ed animali è l’estinzione volontaria di una sola specie: l’homo sapiens… la nostra estinzione”.

Dalla nascita le polemiche non sono mancate soprattutto rispetto ai settori del movimento meno legati al fondatore Les Knight. Proprio questi settori, in numerosi forum in internet, si sono discostati su uno dei punti centrali dell’impostazione del movimento: quello della non violenza.
Così i riferimenti, anche se spesso molto velati, sono stati alla possibilità di distruzione attiva della specie umana.

Il 16 novembre 2005 ancora polemiche. In questa data infatti il quotidiano San Francisco Gate ha pubblicato un articolo dal titolo Green Maybe None: Is having a child- even one- enviromentally destructive? (Verde può significare nessuno: è ambientalmente distruttivo avere anche un solo figlio?).
L’autore Gregory Dicum ha attaccato i vari movimenti ecologisti e ambientalisti proprio sulla tematica delle nascite mettendo in risalto i riferimenti culturali del VHEMT.

Oggi il movimento sembra essere di giorno in giorno più forte. In Italia, dove i media non gli hanno mai dato alcun spazio, il movimento attrae molti giovani soprattutto tramite i vari gruppi di discussione e le aree tematiche organizzate su facebook.
Ma c’è altro oltre ciò che il movimento rende pubblico?

E’ proprio questa la domanda che, a livello internazionale, si stanno ponendo molte persone.

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