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La dipendenza dalla pornografia può mettere in crisi anche il matrimonio più stabile, figuriamoci quello in cui un marito non si senta più attratto sessualmente dalla moglie e le preferisca, pertanto, la visione di video “a luci rosse” presenti sul web.In questo caso è, tuttavia, più che probabile che i giudici del Tribunale possano addebitare al marito, “guardone” e “videodipendente”, la separazione giudiziale, eventualmente richiesta dalla moglie delusa da tale atteggiamento.

La psicologia moderna , in una sua recente ricerca sulla “pornografia e le relazioni”, ha scoperto che il 56 per cento dei casi di divorzio attuali, vedono coinvolta in qualche modo l’ossessione da parte di uno dei due coniugi per il cd. “porno online”.

Dati confermati anche da un recentissimo sondaggio , che ha intervistato 350 avvocati divorzisti, due terzi dei quali hanno riferito che Internet ha giocato un ruolo significativo nei divorzi, e che un interesse eccessivo per il porno online avrebbe contribuito ad oltre la metà di questi casi!

Nel caso sottoposto recentemente al vaglio dei giudici del Tribunale di Foggia , una moglie aveva scoperto che , per il marito, navigare sui siti internet “a luci rosse” era diventata una vera e propria ossessione ,tanto da aver sostituito ogni interesse affettivo e fisico ,nei confronti della moglie, per questa riprovevole condotta e passione “virtuale” . Da qui il fallimento del matrimonio e la istanza di separazione giudiziale , da parte della moglie “abbandonata”, con richiesta di addebito della stessa nei confronti del marito.

Ed il Tribunale dauno, chiamato ad esprimersi sulla vicenda, ha dato ragione alla moglie , addebitando la separazione al marito, reo di aver fatto “fallire” il matrimonio anche per la sua disdicevole condotta finalizzata alla ossessiva visione di video porno sul web.

Il marito, hanno evidenziato in sentenza i giudici, ha perso l’interesse sessuale nei confronti della moglie tanto da aver finito, con l’andar del tempo, per sottrarsi completamente “ai doveri nascenti dal matrimonio” preferendo, invece, dedicarsi a “una diversa tipologia di vita sessuale”.

Ad avviso del Tribunale , pertanto, giustamente può essergli attribuita la colpa per la fine di questo matrimonio ,dal momento che a suo carico c’erano “elementi univoci e concordanti”. A inchiodarlo è stata soprattutto l’abitudine di utilizzare il computer “nel quale la moglie aveva rinvenuto numerosi video porno che il marito aveva scaricato sull’ hard disk del proprio pc da internet”.

Il marito “colpevole”, comunque, non aveva mai negato in giudizio di avere, ad un certo punto della convivenza coniugale, perso interesse nei confronti della moglie, sostenendo,però, invano, che le accuse a suo carico erano “generiche e non provate”.

Alla sua ex moglie , quindi, la ‘soddisfazione’ di sentirlo dichiarare ‘colpevole’ dal giudice della separazione che le ha ,altresì, concesso il diritto a ricevere l’assegno di mantenimento!

Sull’argomento delicato interviene anche il noto legale foggiano , avv. Eugenio Gargiulo, il quale , nel commentare positivamente la recente sentenza del tribunale pugliese, evidenzia , altresì, come sia importante , al di là delle “questioni morali”, porre l’accento e l’attenzione sul rapporto di causalità tra gli eventi: ovvero ,guardare video porno causa il problema che conduce alla separazione, o è semplicemente la conseguenza di vivere una relazione matrimoniale infelice ed insoddisfacente?

Foggia, 22 marzo 2017
avv. Eugenio Gargiulo

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