L’Ape (anticipo pensionistico) sociale è uno strumento di accompagnamento alla pensione, in vigore ormai da 7 anni.
Nello specifico, si tratta di un’indennità di prepensionamento rivolta a determinate categorie tutelate di lavoratori, erogata fino al raggiungimento dei requisiti di pensionamento “ordinari”. Lo scopo dell’APE è quello di tutelare soggetti deboli che non hanno maturato ancora i requisiti per il pensionamento.
Qual è l’ammontare dell’indennità?
Per quanto concerne il valore dell’Ape, invece, è pari all’importo della rata mensile della pensione calcolata al momento dell’accesso all’indennità con un tetto massimo pari a 1500 euro mensili lordi non rivalutabili. Questa è un’indicazione generica, ovviamente; per conoscere precisamente quale potrebbe essere la somma spettante, è necessario fare una simulazione, ad esempio attraverso il calcolo della pensione affidabile con MiaPensione.
Inoltre, l’indennità in questione è incompatibile con l’indennità di disoccupazione e con qualsiasi altra tipologia di pensione diretta. Si tratta, in poche parole, di una fonte di reddito assimilata al reddito di lavoro dipendente dal punto di vista fiscale e tributario il che significa che dà diritto all’applicazione delle relative detrazioni (ai sensi del DL n. 3/2020).
Quali sono le categorie tutelate?
Come già detto, l’APE sociale non è rivolta a tutti. Rientrano nella platea dei beneficiari solo alcune categorie, cioè:
- Disoccupati di lungo corso: cioè coloro che sono disoccupati a seguito di licenziamento o dimissioni per giusta causa, oppure a seguito di risoluzione consensuale nell’ambito della procedura di conciliazione obbligatoria (art. 7, L. n. 604/1966) e i disoccupati a seguito alla cessazione di un contratto a termine, se vi sono almeno 18 mesi di lavoro subordinato nei precedenti 36 mesi;
- Addetti ai lavori gravosi: ovvero i soggetti che hanno svolto, in maniera subordinata, un lavoro che rientra nell’elenco di cui alla Tabella A del D.M. del 5 febbraio 2018 o all’All. 3, L. n. 234/2021, per almeno 6 anni negli ultimi 7 anni, o per 7 anni negli ultimi 10;
- Caregivers: rientra in questa categoria chi assiste da almeno 6 mesi il coniuge oppure un familiare di primo grado convivente con handicap riconosciuto in situazione di gravità, ai sensi dell’articolo 3 co. 3, L. n. 104/1992. Inoltre, viene considerato caregiver per ottenere l’APE sociale chi si occupa di un familiare entro il secondo grado (convivente), ma solo se il coniuge oppure i suoi genitori hanno almeno 70 anni, oppure se anche tali soggetti sono affetti da patologie invalidanti, o se essi sono deceduti o mancanti;
- Invalidi: nello specifico, le persone con un’invalidità civile riconosciuta dal 74% in poi.
I contributi necessari per poter ottenere l’APE
I requisiti di contribuzione richiesti per poter accedere al prepensionamento con l’APE sociale sono 30 anni di versamenti per i disoccupati di lungo corso, per i caregiver e per gli invalidi al 74%.
Viceversa, occorrono 36 anni di versamenti per gli addetti ai lavori gravosi e 32 anni di versamenti per gli operai edili, per i ceramisti e per i conduttori di impianti per la formatura di articoli in ceramica e terracotta.
Per quanto concerne le donne, invece, sono previste delle riduzioni del requisito contributivo pari ad un anno per ogni figlio fino ad un massimo di due anni.